La disabilità è un tema che non divide. Nessuno direbbe di essere a favore della discriminazione delle persone disabili, generalmente «meritevoli» di aiuto e compassione. Gli spazi ordinari delle nostre città trasmettono, però, un altro messaggio: i bar, gli alberghi, i luoghi di cultura sono stati pensati e realizzati per corpi e menti standard; l’esclusione di tutti gli altri è un fatto normale e non solleva nessun «senso di emergenza». Come spiegare questa contraddizione?
Ci prova Lo spazio non è neutro. Accessibilità, disabilità, abilismo (Tamu, pp. 180, euro 15), testo scritto da Ilaria Crippi che con rigore e passione sfata alcuni luoghi comuni e altrettante strettoie con cui abbiamo a che fare tutti e tutte.
L’autrice mette a nudo gli aspetti culturali dei discorsi sull’accessibilità e gli infiniti modi in cui si riproduce – attraverso barriere non solo fisiche – la predilezione per i corpi abili. Strati sottili delle nostre abitudini che sorprenderanno soprattutto chi si avvicina a questo libro con le migliori intenzioni. Partecipando appieno alla presa di parola delle persone con disabilità sui loro diritti, bisogni e desideri, Lo spazio non è neutro chiama a sé innanzitutto chi ha a cuore altre battaglie di giustizia sociale – i movimenti femministi per primi –, guidandoci verso una nuova percezione dello spazio, della socialità e dell’attivismo.
Un libro di quasi trecento pagine che però si legge agevolmente e vi farà riflettere su una dicotomia tra parole e azioni che permea, purtroppo, gran parte della nostra società. Lo trovate nei maggiori negozi on-line, nelle librerie e sul sito di Tamu edizioni, sia in versione cartacea che in ebook. Buona lettura amici!
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