All’interno del Parco archeologico di Pompei è attivo dal 2016 il percorso “Pompei per tutti”, che consente anche a chi ha difficoltà motorie di entrare e visitare alcuni dei principali luoghi del sito romano, tra cui il Foro, l’Anfiteatro e via dell’Abbondanza e la Palestra grande, prima difficilmente raggiungibili a causa delle molte e diverse barriere architettoniche lungo i percorsi che si snodano tra le case. L’itinerario si sviluppa per oltre 3 km, attraversando 26 edifici e siti , e rende finalmente più fruibile uno dei siti archeologici più importanti del mondo: dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1997.
Il Comune di Pompei e il Parco Archeologico hanno collaborato con le autorità centrali per migliorare l’accessibilità al patrimonio culturale, aspetto fondamentale per l’inclusione senza distinzioni. Grazie all’abolizione delle barriere architettoniche e all’uso di speciali strumenti, chi ha problemi motori potrà ora visitare comodamente il complesso dei Mosaici Geometrici e il Cortile delle Murene. Nel percorso viene sperimentato il nuovo sistema di braccialetti Con-Me. Associando a chi lo indossa un’identità elettronica, lo strumento invia ad un server centrale segnali che garantiscono la sicurezza del visitatore. Cofinanziato dall’Unione Europea, il progetto Pompei per tutti si è già distinto come modello di accessibilità, anche per l’impiego di tecnologie avanzate.
Grazie alla realizzazione del percorso chiunque può entrare e muoversi senza barriere architettoniche. C’è già stata la costruzione di un nuovo battuto realizzato sui marciapiedi e in aree scoperte. Una equipe specializzata ha creato una serie di rampe removibili in acciaio attraverso cui è possibile l’accesso al complesso di Giulia Felice, alla Casa della Venere in Conchiglia, a quella di Octavius Quartio, a quella dell’Efebo, del Criptoportico e del Sacerdos Amandus fino alla torre. È stato creato anche uno speciale braccialetto intelligente per le persone ipovedenti. Il dispositivo è dotato di una guida audio automatica che si attiva nelle vicinanze dei monumenti più importanti, di un rilevatore di posizione e di un pulsante SOS da attivare in caso di emergenza. Dal punto di vista architettonico, il progetto, i cui lavori sono stati banditi nel 2014 e aggiudicati per una cifra complessiva di 2,8 milioni di euro, ha coinvolto le competenze multidisciplinari di architetti, archeologi, ingegneri e restauratori e ha realizzato interventi minimi cercando di soddisfare i tre requisiti fondamentali della durevolezza, reversibilità e compatibilità. Il risultato è dato da un insieme di interventi il più possibile poco impattanti, removibili e riconoscibili rispetto alla preesistenza che si sono posti a servizio degli scavi e, in alcuni casi, sono anche stati l’occasione per lo svolgimento di indagini diagnostiche, l’avvio di piccoli cantieri di restauro e l’approfondimento dello studio di un sito che ha ancora molto da svelare.
Il lavoro sull’accessibilità è stato anche pretesto per un ammodernamento tecnologico complessivo del sito archeologico: lungo i sentieri sono stati infatti realizzati cavedi per gli impianti i cui scavi sono stati anche occasione per studi e il pretesto per alcuni interventi restauro come quello su 12 fontane, le cui linee guida sono state concordate con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Il nuovo percorso si snoda tra le insulae partendo dall’ingresso di Porta Marina e dà accessibilità a 26 tra edifici e siti come la Casa dell’Efebo e la Casa dei Dioscuri ma anche via dell’Abbondanza, l’Anfiteatro e la Palestra grande, dove tuttavia in alcuni punti rimangono tratti sconnessi e in terra battuta. A partire dal 3 dicembre all’interno del percorso è stata aggiunta e resa visitabile la Casa del Larario di Achille.
La casa del Larario di Achille, ubicata lungo via dell’Abbondanza, è stata interessata negli ultimi anni da una serie di interventi di manutenzione straordinaria e di restauro a cura del personale Ales: dalla manutenzione delle coperture fino al ripristino del piano pavimentale e inserimento di dispositivi atti a rendere fruibile l’atrio e l’accesso al giardino. La dimora presenta una ricchissima e raffinata decorazione pittorica con colti riferimenti letterari e deve il suo nome alla decorazione in stucco di un ambiente che si apre presso l’atrio, probabilmente un piccolo sacello domestico (larario), con scene della guerra di Troia. La scelta di questo tema, che si ricollega anche ad alcuni affreschi della Casa del Criptoportico, suggerisce la probabile volontà̀ del proprietario della casa di esaltare le origini della sua famiglia, ricollegandole anche alla storia di Roma. Uno degli ambienti rivolti verso il giardino, finalmente resi accessibili, è decorato da un grande affresco con due enormi elefanti guidati da amorini che usano come redini rami di mirto, la pianta sacra a Venere. La scena va probabilmente interpretata come una celebrazione della potenza della dea.
Rimangono alcuni punti problematici, inevitabili per le caratteristiche uniche di un luogo in cui non è possibile realizzare l’accessibilità totale: accanto a tratti rimasti sconnessi e in terra battuta, non si è, ad esempio, potuto garantire ovunque la pendenza dell’8% delle rampe (come all’ingresso sud dell’Anfiteatro); in alcuni punti dei percorsi esistono ancora scalini e salti di quota, seppure di altezza inferiore ai 5 cm; alcuni tratti delle antiche pavimentazioni non sono complanari; non è stato possibile posizionare i battiruota, difficilmente coniugabili con i caratteri del luogo; il passaggio contemporaneo di due sedie a rotelle è possibile solo in alcuni tratti. “Pompei per tutti” non risolverà i suoi molti problemi, ma ha reso il sito sicuramente più accessibile.
Tutte le info sul percorso le potete trovare nella pagina dedicata del sito ufficiale del parco archeologico di Pompei, dove potete inoltre scaricare la mappa del percorso da portare con voi. Buona visita amici!
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