C’è una brassèrie a Parigi che non è mai stata chiusa dal 1947: Au Pied de Cochon (6, rue cochillère).

Più che un ristorante è un’istituzione, un monumento storico con le sue panche rosse, il décore rétro in stile art nouveau, le pareti dorate e riccamente decorate, più prosaicamente un luogo di ritrovo per nottambuli affamati. Praticamente un museo del maiale, dove persino le maniglie sono a forma di porco.

Qui il maiale si serve anche come aperitivo e può prendere l’aspetto di una marmellata da spalmare sul pane. Gli appassionati possono lasciarsi tentare dalla tentation de saint antoin: coda, orecchio, muso e zampe panati, oppure dalla tete  de Monsier Cochon en Cassolette, una rivisitazione suina della testa di vitello.

Se la zampa fritta è l’immancabile biglietto da visita del locale, non mancano comunque altri piatti tipici delle Brasserie: vassoi di frutti di mare (anche a portar via come è tradizione nei migliori indrizzi parigini), les entrecotes, vero piatto nazionale, la tartarre per appassionati di carne cruda, les crepes flambéés al grand marnier o la zuppa di cipolle gratinata.

Il suo storico proprietario, Clement Blanc, aveva istituito un coin de cloche, dove i senzatetto parigini potevano venire a scaldarsi con una soup all’onion offerta dalla casa.

Talmente famoso Mr. Blanc che il primo presidente socialista della storia francese François Mitterand scelse proprio Au pied de Cochon, per festeggiare la sua vittoria la notte del 10 maggio 1981.

Le vicende della brasserie hanno seguito le vicende della grande trasformazione di Parigi negli anni ’60/’70.

I vecchi mercati generali (Les Halles) vennero trasferiti nella periferia Sud, fuori città, e gli storici padiglioni metallici costruiti all’epoca di Napoleone III vennero distrutti o trasportati altrove. Al loro posto rimase un buco al centro della città, fino all’inaugurazione nel 1979 del forum des Halles. Un grande centro commerciale (circa 180 negozi,:  un numero ovviamente in continua crescita) costruito su quattro piani di gallerie: 43 milioni di visitatori l’anno, attratti non solo dallo shopping ma anche dalle grandi sale cinematografiche, dai luoghi culturali come il forum des images, dedicato al patrimonio cinematografico di parigi, la mediateca musicale e una biblioteca specializzata in letteratura per ragazzi.

E poi i giardini e, a 25 metri di profondità, lo snodo di Chatelet-Les Halles: vero labirinto per i neofiti del sistema di trasporti sotterranei della città, raccordo principale delle linee della metro e della RER. Les Halles attualmente è in costante trasformazione: niente più portici e arcate nei suoi giardini ma gallerie sotterranee e nuovi centri culturali. Cosa diventerà Les Halles ancora non si sa, certo i proprietari attuali di Au pied de Cochon possono domire sonni tranquilli perché ci sarà sempre qualcuno di passaggio da queste parti. Anzi continueranno sempre a non dormire 24 ore su 24.

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