Alcuni chiamano la piccola svizzera bergamasca questa bellissima conca sita a 1000 metri di altezza per i suoi pascoli fioriti che danno quel sapore inconfondibile al latte locale, utilizzato per produrre, oltre al taleggio, anche lo Strachitunt Valtaleggio, prezioso gioiello (antico di 1000 anni) della tradizione casearia della valle.
La via più affascinante per entrare in Val Taleggio passa per le gole scavate nei secoli dal torrente Enna. L’auto del visitatore è costretto a seguire un tracciato che si inoltra in uno stretto, orrido, lungo circa tre chilometri, tra umide pareti a strapiombo sull’impetuoso torrente. Il paesaggio ritorna quindi dolce e si apre su pascoli e cascine dove, intorno al 1200, nacque il formaggio taleggio, che deve il suo nome a questa vallata. Gli abitanti della valle, dovendo conservare il latte che non riuscivano a consumare, iniziarono a produrre del formaggio che, una volta stagionato in “grotte” o casere di vallata, poteva essere scambiato con altri prodotti e commercializzato.
La valle è un piccolo gioiello naturale e l’itinerario più bello è quello che parte dal Piazzale di Sottochiesa, borgo che conserva ancora la Colonna Fidelitas Talegii, che testimonia il dominio sulla vallata della Repubblica di Venezia, la bella torre-campanile romanica e la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, con un’importante pala dipinta dal Vicentino nel 1581. Dopo venti minuti di cammino, la mulattiera raggiunge il balcone naturale di Rocca di Pizzino, dove sorgeva una fortificazione conosciuta come Castri Picini, appartenente ai Guelfi della Val Taleggio che, nel 1400, resistettero a lungo all’assedio delle truppe milanesi e dei Ghibellini della vicina Vedeseta. Oggi della Rocca non resta traccia, ma si possono ammirare le belle costruzioni rurali con tetto spiovente edificate sulle fondamenta del castello e, si può godere dello splendido panorama sulla valle. Proseguendo sulla mulattiera si arriva a Fraggio, a circa mezz’ora da Pizzino.
La frazione, uno dei più antichi e caratteristici nuclei della Val Taleggio, è in gran parte diroccata anche se conserva ancora la bella Chiesa quattrocentesca di San Lorenzo, con un originale campaniletto. Tornando indietro sul medesimo sentiero, si percorre la valle in discesa e, superato il bivio per Pizzino, si arriva al Santuario di Salzana, costruito nel 1466 dopo che una frana nel 1359, inghiottì abitanti e casa della frazione di Salzana. All’interno del Santuario, vi è una pala del 1534 dedicata a Santa Maria Assunta, ispirata dalla più famosa opera eseguita da Lorenzo Lotto. Una comoda mulattiera riconduce al punto di partenza.
Le altre frazioni del Comune di Taleggio, raggiungibili anche da chi è più pigro e ha poca voglia di camminare, sono Olda, con la sua chiesa del 1477 ricostruita nel 1770 e Peghera, con caratteristici rustici nelle contrade Asturi e Costa e la Parrocchiale che conserva una delle migliori opere di Palma il Vecchio.
L’altro comune della Val Taleggio è Vedeseta ed ospita il caseificio della Cooperativa Sant’Antonio, vero e proprio paese del Bengodi per amanti del formaggio. Da qui partono il sentiero quasi pianeggiante che porta alle suggestive sorgenti in grotta del torrente Enna e la strada panoramica, percorribile dalle auto, che raggiunge Avolasio e, attraverso il passo Culmine di San Pietro scende a Barzio nella vicinissima Valsassina.
Vi consiglio per pianificare al meglio la vostra gita di contattare i seguenti numeri o visitare i seguenti siti:
IAT VAL BREMBANA: 0345/21020 – www.turismo.vallebrembana.org
COOPERATIVA SANT’ANTONIO DI VEDESETA: 0345/47467 – www.santantoniovaltaleggio.com
No responses yet