La leggenda vuole che Ulisse naufragò proprio su queste coste e che qui avrebbe fondato la città di Scyllaceum. Alcuni storici pensano invece che la fondazione dell’antica Skilletion, ribattezzata dai Romani Scolacium, sia opera dell’ateniese Menesteo, approdato in Calabria durante il suo viaggio di ritorno da Troia. Altri, meno fantasiosi, pensano invece che la città sia stata in origine un presidio militare dei coloni greci provenienti da Crotone che contendevano a Locri il controllo sull’istmo e sui commerci in quel tratto di mare.

Ma mentre il periodo greco di Scolacium, le opinioni sono confuse e le fonti poco attendibili, tutti concordano nell’identificare l’inizio del periodo d’oro della città con la fondazione romana a opera di Caio Gracco nel 123-122 a.C. La crescente importanza della città fece si che essa venisse rifondata “ufficialmente” dall’ Imperatore Nerva che la ribattezzò Colonia Minerva Nervia Augusta Scolacium.

La Scolacium romana prosperò per molti secoli, grazie anche al porto alla foce del fiume Corace che ne fece un importante punto di passaggio per le mercanzie provenienti via mare dal Mediterraneo orientale, qui sbarcate per essere trasportate via terra verso il mar Tirreno. Poi, all’improvviso nel VII-VIII d.C., Scolacium venne abbandonata e i suoi abitanti si ritirarono nell’entroterra, verso l’odierna Squillace. Parte dei materiali di costruzione vennero poi riutilizzati per eriggere un’imponente Basilica normanna, ancora quasi completamente in piedi.

Squillace

Per sentire parlare nuovamente di Scolacium bisogna aspettare dieci secoli ed esattamente gli anni Sessanta nel XX secolo, quando si iniziarono a studiare i resti antichi ritrovati all’interno della proprietà dei Baroni Mazza, in località La Roccelletta del Comune di Borgia. Oggi, dopo quarant’anni, parte dell’area è stata scavata e aperta al pubblico come Parco Archeologico. Immersi tra gli ulivi secolari, si ammirano il foro, con una particolare pavimentazione che non ha eguali in tutto il mondo romano; la curia; il cesareum (luogo dedicato al culto imperiale) e il capitolium. La rovina più bella dell’ antica Scolacium è il teatro da 3500 posti ancora ben conservato e adagiato, alla maniera greca, su una collina naturale da dove si vede il mare. Altra peculiarità del sito è la presenza dell’anfiteatro (purtroppo non ancora riportato completamente alla luce): l’unico della Calabria. La colonia era dotata anche di terme, di ben due acquedotti, e, ovviamente, di necropoli, sia d’età romana che bizantina. Ogni anno Scolacium accoglie la rassegna Intersezioni, che propone interessanti e originali contaminazioni tra la scultura contemporanea e l’archeologia.

L’antica Masseria dei Baroni Mazza ospita il museo con materiali, pannelli e reperti che documentano la vita nell’antica città romana e le diverse campagne di scavi. La visita al sito archeologico si conclude con il Museo del Frantoio, che conserva un frantoio elettrico (il primo della Calabria) e attrezzature per la produzione dell’olio d’oliva agli inizi del secolo scorso.

Non lontano dal parco archeologico si possono visitare i ruderi di Santa Maria della Roccella, detta comunemente Roccelletta che, insieme alla Cattedrale di Gerace, per molto tempo fu la Chiesa più vasta della Calabria. L’edificio nato su volere dei monaci brasiliani (ordine che si rifaceva a San Basilio Magno) si può far risalire ai primi anni della conquista normanna (1075-90) e fu successivamente abbandonato, insieme al convento, a causa di malaria.

Anfiteatro

Il viaggio può simbolicamente concludersi a Squillace, città nella quale trovarono rifugio gli abitanti si Scolacium, nota per l’artigianato delle terrecotte e delle ceramiche. L’attuale centro storico, di origine medievale, propone al turista il Complesso Monastico delle Clarisse, la Chiesa gotica di Santa Maria della Pietà, la Chiesa di San Matteo e numerosi palazzi d’interesse artistico.

Il Museo Diocesiano, attualmente ospitato nei locali del Settecentesco Palazzo Vescovile, accoglie gran parte del tesoro un tempo appartenuto alla cattedrale normanna di Squillace, distrutta dal terremoto nel 1783, oltre ad alcuni reperti rinvenuti negli scavi di Scolacium.

Informazioni: Parco Archeologico di Scolacium, Borgia (Catanzaro): http://musei.calabria.beniculturali.it

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